Ci ha lasciati Camillo Kind nipote di quell’Adolfo Kind che introdusse lo sci in Italia-aveva 101 anni

Nel 1996 incontrai Camillo Kind a Torino. Da lui desideravo avere alcune foto di suo nonno Adolfo e di suo padre Paolo i pionieri dello sci Italiano. Da grande appassionato delle storia di questo nobile sport cercavo documenti inediti per raccontare come fosse nato lo sci In Italia proprio da Torino nel lontano inverno del 1896/97. Subito Camillo Kind mi disse che sulla sua famiglia e lo sci era già stato scritto fin troppo. Poi con il passare del tempo e dopo una fitta corrispondenza Camillo capì che la mia era una passione sincera. Diventammo amici e così arrivarono così le informazioni chieste su suo nonno Adolfo e su suo padre Paolo. Gli fui molto grato e la nostra corrispondenza continuò per alcuni anni sino alla morte della sua adorata moglie Margarita sciatrice alpinista e vice campionessa mondiale di discesa a Zakopane negli anni Trenta. Ora il 13 novembre scorso da un caro amico mi arriva la notizia della morte di Camillo alla veneranda età di 101 anni . Classe 1917 personalità nota in Bregaglia e Engadina, valli che sino a qualche anno fa attraversava ancora a bordo del suo vecchio "pullmino" o della sua 500, dopo la laurea al Politecnico di Zurigo in ingegneria (specializzazione in termodinamica), Camillo inizia a lavorare alla Brown Boveri. Nel 1941 è già sposato con Margarita Schaad, che oltre ad esser stata una grande sciatrice era laureata in ingegneria aerodinamica e fu la prima donna pilota di aerei in Svizzera . Una passione che trasmise al marito fino a farlo diventare membro e poi capo della mitica Compagnia 21, l'unica ad affrontare in combattimento la Luftwaffe hitleriana. Dal 1983, anno del suo pensionamento, Camillo ha vissuto in Engadina, tra la vecchia casa di famiglia di Scuol e quella che si è costruito con le sue mani a Maloja. Ma tra i suoi innumerevoli spostamenti e viaggi non ha mai dimenticato Torino e le sue montagne dov’ è cresciuto con suo padre Paolo e sua madre Dina Mancio, sciatrice anche lei e campionessa di pattinaggio. E spesso scendeva in Piemonte a rivedere i luoghi della sua infanzia. Alpinista, scalatore e canoista, Camillo fu un uomo speciale, colto, raffinato, ironico e spiritoso. Ciao Camillo riposa in pace.

 

Nasce lo sci in Italia

 

Lo sapevate che in Italia, lo sci nasce  a Torino sulle nevi “cittadine” del Parco del Valentino? E che la prima impresa sciistica del Regno fu quella di  Adolfo Kind e di suo figlio Paolo? In compagnia del  tenente di artiglieria da montagna Luciano Roiti salirono la cresta del  Monte Salancia in Val Susa  e si buttarono senza paura in Val Sangone su Giaveno. “La neve era alta circa tre metri…nonostante queste condizioni, superammo ugualmente un dislivello di 1700 metri in 5 ore e mezzo, tracciando un solco profondo dai 25 ai 50 centimetri…” Raccontò il giovane tenente Roiti. Intanto, al Moncenisio, Eugenio Rossi, capitano dei bersaglieri, aveva provato a “skiare” a pochi passi dal Colle.. Rossi e Roiti, seguendo i consigli di Adolfo Kind, intuirono per primi, il prezioso utilizzo degli sci  in campo militare. Dell’impiego degli sciatori a scopi bellici si occuperà poi, nel 1900, sulla Rivista Militare Italiana, il maggiore Oreste Zavattari con un vero e proprio trattato in materia: “Gli ski nella Guerra d’ inverno sulle nostre Alpi”. Chi era Adolfo Kind? E come mai la storia dello sci italiano è così legata a questo eclettico ingegnere svizzero che a fine Ottocento legge il libro dell’esploratore Nansen “Attraverso la Groenlandia con gli Ski” e decide di sciare sotto casa?  Per lui veniva prima  la montagna e lo sci o l’ingegneria? Forse, se potessimo osservare la mappa genetica della famiglia Kind, avremmo la sorpresa di trovare cromosomi a forma di sci. La conferma di ciò, arriva da Camillo Kind, figlio di Paolo e quindi nipote del mitico Adolfo. Camillo Kind, ci racconta che suo nonno proveniva da una famiglia protestante che aveva vissuto per molto tempo sulle montagne svizzere poco sopra Davos.

 

Per mio nonno, la montagna e lo sci significavano molto. Fu lui  ad attirare in Italia i due maestri norvegesi che a quei tempi, davano spettacolo sciando in tutta Europa: i fratelli  Harald e Trygwe Smith. E furono loro ad insegnare l’arte dello sci a moltissimi italiani. Così, accadde anche che Brunilde, una delle amate figlie di mio nonno, sciatrice ma anche pittrice e scultrice, sposò uno dei due famosi sciatori norvegesi: quell’Harald Smith che all’epoca “volò” ben 43 metri sul trampolino di Bardonecchia, lasciando tutti a bocca aperta.”

 

Camillo Kind, racconta questa storia dal suo rifugio al passo di Maloja, in Alta Engadina. Anche lui da oltre 60 anni è ingegnere, ma come tiene a precisare: “montanaro da più di 80!”. Sua moglie, Margarita Kind-Schaad, non poteva essere che una grande campionessa di sci. Non c’è quindi alcun dubbio! La montagna faceva davvero parte del patrimonio genetico di “Papà Kind”